Non buttare via questa batteria, mangiala

Aggiornamento: 11 agosto 2023
Non buttare via questa batteria, mangiala

L'ispirazione è venuta dalle reazioni redox biologiche che avvengono all'interno degli esseri viventi, e per una fonte di energia il team ha scelto biomateriali con i potenziali di riduzione redox più alti e più bassi: riboflavina per l'anodo e quercetina per il catodo.

La riboflavina è la vitamina B2, che si trova ad esempio nelle mandorle, e la quercetina è un integratore alimentare e ingrediente, presente nei capperi, ha detto IIT.

Il carbone attivo (farmaco da banco) è stato miscelato nei materiali degli elettrodi per aumentare la conduttività elettrica e l'elettrolita era una soluzione del sale commestibile sodio idrogeno solfato in acqua.

L'alga Nori (sushi) formava il separatore, e il tutto era incapsulato nella cera d'api, ad eccezione di due contatti sporgenti in lamina d'oro (alimentare, usata dai pasticceri) su un supporto di derivazione cellulosica per far emergere la potenza.

Apri circuito l'uscita è di 650 mV e può fornire 48μA per 12 minuti o pochi microampere per più di un'ora, ha affermato l'università. Sono stati dimostrati decine di cicli di carica-ricarica.

"Gli usi potenziali futuri vanno da circuiti e sensori commestibili in grado di monitorare le condizioni di salute all'alimentazione di sensori per monitorare le condizioni di conservazione degli alimenti", ha affermato il coordinatore della ricerca Mario Caironi. “Inoltre, dato il livello di sicurezza di queste batterie, potrebbero essere utilizzate nei giocattoli dei bambini, dove c'è un alto rischio di ingestione. Stiamo già sviluppando dispositivi con maggiore capacità e riducendo le dimensioni complessive. Questi sviluppi saranno testati in futuro anche per alimentare robot morbidi commestibili”.

Per una descrizione completa, consultare il documento sui materiali avanzati liberamente disponibile e facilmente leggibile "Una batteria ricaricabile commestibile", che descrive anche l'utilizzo di indaco carminio e acido ellagico come seconda coppia di materiali per elettrodi.

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